Ferrari Pinin del 1980 con quattro porte

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La Ferrari Pinin, realizzata nel 1980 dalla Pininfarina proprio per la Ferrari, rappresenta – nella storia del cavallino rampante – un modello più unico che raro di automobile. La concept car realizzata negli anni ’80 fu il primo e unico a quattro porte della Ferrari. Si trattò di un momento storico per la Pininfarina, l’azienda italiana attiva nel settore delle carrozzerie, nel suo cinquantenario di attività. Il nome dell’auto, dunque, non poteva che essere quello, in omaggio al fondatore dell’azienda: Battista Farina, detto proprio Pinin.

Ferrari Pinin, lo speciale omaggio a Battista Farina

“E’ stata concepita con l’intenzione di esprimere l’essenza delle caratteristiche per le quali ci siamo affermati: la semplicità, il senso delle proporzioni, la rigorosa coerenza delle soluzioni tecniche adottate. Presenta e promuove molti nuovi studi tecnici, specie nel campo dell’elettronica. E’ lo sviluppo di un tema diverso da quelli che abbiamo in corso per i costruttori e per noi stessi e che sono suscettibili di entrare in produzione in futuro. E’ certamente la realizzazione più rappresentativa che potessimo concepire per questa occasione per noi così eccezionale. Crediamo di aver conseguito un risultato fedele alla nostra tradizione ed alla passione che sentiamo per l’automobile”. scriveva, all’interno di una nota, Sergio Pininfarina, che intendeva così dedicare questa realizzazione a suo padre.

La nota si concludeva con un esplicito: “L’abbiamo battezzata Pinin in ricordo e in omaggio al fondatore della nostra società. Ci auguriamo che questa Ferrari Pinin piaccia al grande Enzo Ferrari e che sappia portare nel mondo un altro messaggio della perfezione meccanica e del design italiano”. La Ferrari Pinin risultata dunque essere il più prezioso tra gli omaggi che si poteva destinare a Battista Farina.

Ferrari Pinin, l’auto che stupì Luca Cordero di Montezemolo

Non soltanto un pacco regalo, ci si intenda, ma una vettura che sapeva conciliare una grande bellezza estetica con le tante novità che la contraddistinsero. Prima fra tutte, ne abbiamo fatto un esplicito riferimento iniziale, fu la presenza (prima e unica nella storia della Ferrari) di quattro porte. L’auto era così tanto bella che quando fu presentata, Luca Cordero di Montezemolo ne rimase folgorato.

Eppure, l’auto non era certamente l’unica ad essere di fronte allo sguardo del dirigente, imprenditore e politico italiano: insieme a questa, nel Salone dell’Automobile di Torino, nel 1980, c’erano una Lancia Astura del 1937, una Cisitalia 202 del 1947, una Lancia Aurelia B20 del 1951, un’Alfa Romeo Giulietta del 1954 e una Ferrari 250 GT del 1961. Cinque auto così come cinque erano le decadi dalla fondazione dell’azienda Pininfarina, avvenuta il 22 maggio del 1930.

Il design della Ferrari Pinin

L’opera finale risultò essere concepita nel miglior modo possibile, sia dal punto di vista che estetico che dal punto di vista aerodinamico. Lo stile della Ferrari Pinin venne realizzato da Pietro Ottina, designer che agì sotto la direzione di Leonardo Fioravanti. Quest’ultimo aveva già partecipato al progetto stilistico di altre Ferrari, tra cui la Ferrari 365 Daytona.

Risultò derivarne un design essenzialmente futuristico: le linee sinuose e al contempo nette, che crearono una linea che – nella sua integrità – risulta essere essenzialmente compatta; e ancora i sedili beige in pelle Connolly (che rivestì quasi tutto l’abitacolo), le grandi innovazioni tecnologiche e d’avanguardia: sono tutti elementi che caratterizzano la grande Ferrari Pinin.

Tra le funzioni fondamentali presenti all’interno dell’auto trovano posto sicuramente la regolazione elettrica dei sedili, un doppio impianto stereofonico che permetteva l’ascolto con cuffie da parte anche dei passeggeri sui sedili posteriori, fari ad alto contrasto e proiettori pluriparabolici. Questi ultimi furono realizzati con la collaborazione di due aziende quali Lucas e Carello.

In ultimo, i cerchi in lega leggera, realizzati tendendo conto del classico stile Ferrari. L’unica macchia nella storia della Ferrari Pinin furono le difficoltà relative all’industrializzazione del modello che, per quanto perfetto potesse essere, avrebbe assorbito troppe energie alla Ferrari per la sua produzione in serie.